mercoledì 23 novembre 2016

Approfondimento - Il culto dell'esteriorità attraverso il Body Painting


"Un uomo senza tatuaggi è invisibile agli Dei."
proverbio del Borneo

Ciò di cui mi preme parlare in questo post, che vuole essere in parte un approfondimento allo Step 18 sulle arti pittoriche e lo Step 16 sul design, è la cura del proprio corpo attraverso il culto dell'immagine, aspetto che in seconda battuta corrisponde all'importanza del proprio aspetto e di quello che le persone vedono in noi da un punto di vista esteriore, ma non per questo superficiale, perchè l'esterno delle cose comunica molto più di quanto si  possa pensare, e sarebbe un errore grossolano pensare il contrario.


In effetti viene molto dibattuto e stigmatizzato il concetto di esteriorità, che viene a volte rimproverata e assunta come qualcosa di superficiale e puerile, ma la verità è che se ci liberiamo di essa, se la ignoriamo, è come se perdessimo una parte di noi stessi. Sono infatti proprio i dettagli esteriori della nostra persona, così come il culto degli oggetti posseduti, che esalta gli individui rendoli unici e definendone l'immagine e la personalità.
L'esteriorità stessa è in parte essenza, ed un tatuaggio può significare più  di mille parole, così come un dettaglio nel vestire può valere più di cento spiegazioni e il Body Painting può essere usato per esprimere appartenenza, cultura, una parte di sé nascosta o messaggi che verrebbero altrimenti ignorati.
Quest'ultima pratica, in particolare, consiste nella pittura non permanente del corpo umano, ha origini antiche come l'uomo ed è stata praticata da uomini e donne di ogni epoca e luogo, dagli antichi Maya dell'America Centrale agli aborigeni dell'Australia, con tecniche che spaziano dai Mehndi delle antiche popolazioni Indiane fino al Makeup dei giorni nostri, e ha assunto nei millenni significati religiosi, culturali, estetici ed artistici.
Con il Body Painting il corpo diventa veicolo di messaggi e significati: l'esteriorità diventa lo specchio dell'anima.

mercoledì 16 novembre 2016

Step 18 - La Grande Anthropophagie bleue, l'IKB nelle arti pittoriche




Grande Anthropophagie bleue: Hommage à Tennessee Williams (ANT 76)


Titolo dell'opera: Grande Anthropophagie bleue: Hommage à Tennessee Williams (ANT 76)
Artista: Yves Klein
Anno: 1960
Luogo di esposizione: Centro Georges Pompidou (Parigi)
Corrente artistica: Nouveau Réalisme
Genere: astratto
Dimensioni:  275cm x 407cm



Per approfondimeti:
https://www.centrepompidou.fr/cpv/resource/cajbpqB/rj7BrRM

martedì 15 novembre 2016

Step 17 - Il Blu Klein come proprietà dell'intelletto e il brevetto di un colore

Enveloppe Soleau dell'IKB

La storia sulla nascita dell'IKB è alquanto singolare, esso infatti non nasce dal caso, dalla ricerca sulla realizzazione di un colore presente in natura o dalla natura stessa, ma nasce dall'idea di un artista di creare un colore nuovo, partendo a sua volta da un colore già esistente, che nel nostro caso in esame si da il caso essere il blu oltremare (per maggiori delucidazioni vedere lo Step 14 - la chimica del colore: dall'Oltremare al Blu Klein).
Quell'artista era Yves Klein che nel 1960 registrò il colore creato all'INPI (Institut national de la propriété industrielle) a Parigi con un Enveloppe Soleau, battezzandolo IKB ossia International Klein Blue.
L'INPI è un ente francese che si occupa della tutela della proprietà intellettuale limitatamente al territorio francese, in cui è responsabile dei brevetti, i marchi registrati e i diritti sul design industriale. Uno dei servizi da essa forniti è la possibilità di registrare le proprie invenzioni attraverso un Enveloppe Soleau che è di fatto una busta chiusa che viene custodita come prova di priorità su una invenzione, esclusivamente per accertare la data di invenzione di un'opera, il suo creatore e il nome della stessa. Ha una durata di cinque anni dopo i quali può essere rinnovato nuovamente per altri cinque anni.


Enveloppe Soleau



Step 16 - Tra design e colore, l'IKB come oggetto del desiderio

La Vénus d'Alexandrie (Vénus Bleue)

Il Design è il punto d'incontro tra l'arte e la vita di tutti i giorni. Viviamo una realtà in cui l'arte e la cultura sono un aspetto importante della nostra società e il nostro modo di pensare e di vivere. Non a caso le persone ricercano e prediligono le cose belle, che ricordano qualcosa di esclusivo o che reputiamo collettivamente di buon gusto. Un esempio di questo è la moda, o perlomeno lo stile nel vestire, settore in cui gli individui spendono tempo e soldi in maniera consistente, e di cui tutti facciamo un po' parte, consciamente o inconsciamente, dal momento che ci dobbiamo vestire. Oppure, le nostre case, quindi facendo riferimento al design di interni e allo studio degli spazi, piuttosto che alle automobili, all'architetura urbana o alla presentazione dei prodotti alimentari che compriamo ogni giorno.
Il Design è ovunque e in ogni aspetto della nostra vita, che sia progettare un prodotto o fare la spesa al supermercato, in tutto c'è sempre almeno una componente che reputiamo appartenente all'estetica o perlomeno al buongusto. Tuttavia, diversamente dalle opere d'arte, che hanno la sola prerogativa di essere belle e innovative, ci sono molti altri aspetti che devono essere presi in considerazione, come la praticità, quindi quanto un oggetto è facile da utilizzare, il comfort, altrettanto importante, e altre variabili come l'ergonomicità, la robustezza, il suo costo e molti altri ancora.
Ciò che ne deriva è una versione umanificata degli oggetti, che non vivono più solo per se stessi e in se stessi, ma si trasformano a immagine degli esseri umani, per venire incontro alle nostre esigenze ed essere parte utile nelle nostre vite.
Uno degli oggetti di design meglio rappresentativa del Blu Klein é La Vénus d'Alexandrie (Vénus Bleue), opera di Klein del 1960 interpretata da quest'ultimo in molteplici versioni, e che nasce come diretta conseguenza della sua indagine sul colore visto come veicolo d'arte, in seguito ad altri esperimenti come i Monochromes(1957) e altre sculture. Una ricerca che lo porterà in seguito alla sperimentazione di nuove forme espressive, come l'uso di corpi femminili, che cosparsi del ben noto colore venivano posti sulle tele e mossi in modo da ricreare silhouettes colorate, dal forte contrasto cromatico, come nel caso delle Anthropométrie sans titre (1961). 
Con quest'opera, con le sue forme, la sua essenzialità, il riferimento alla Dea a cui si ispira e il suo inconfondibile colore, ancora una volta Klein non può che ricordarci la peculiarità fondamentale degli oggetti sia d'arte che di design, ossia l'essere oggetti del desiderio.

 
Nome dell'oggetto: La Vénus d'Alexandrie (Vénus Bleue)
Anno di progetto: 1960
Creatore: Yves Klein
Dimensioni: 69 x 27 x 19 cm
Area artistica di appartenenza: scultura
Materiali: Gesso, pigmento IKB e resina sintetica

lunedì 14 novembre 2016

Step 15 - Un cartellone pubblicitario in Blu Klein


Tipologia: cartellone pubblicitario della ditta Campari ®
Autore: Carrier Alain
Anno: 1983
Misure: 119,7 x 172,5 cm
Ditta di stampa: Profac, Parigi
Paese: Francia

Step 14 - La chimica del colore: dall'Oltremare al Blu Klein


«Avevo un colorificio in Boulevard Quinet e ho visti artisti d’ogni genere passare dal mio negozio. Dai più convenzionali ai più estrosi. Yves Klein è stato l’unico con cui ho stabilito un’amicizia e una complicità professionale. Credo di aver avuto un ruolo chiave nell’avventura della monocromia. […] Un giorno mi chiese se potevo aiutarlo a trovare la miscela di una pittura blu luminosa, vellutata, particolarmente resistente. Aveva provato di tutto per legare il pigmento blu oltremare 1311 che comprava da me: la colla di pelle, l’olio di lino, la caseina […] senza mai ottenere l’effetto desiderato. Allora mi sono lanciato in quella preparazione tutta blu, ma senza successo.
Ne parlai con un amico ingegnere, chimico da Rhône-Poulenc. Mi suggerì di provare una nuova resina che aveva appena messo a punto, la Rhodopas M60A. Poi, alla fine, venne a trafficare da noi. Abbiamo finito per trovare la miscela perfetta, ma non ho il permesso di rivelare la formula! Posso solo elencare i componenti essenziali: polvere d’oltremare 1311, Rhodopas, alcol 95° e acetato etilico. Per fortuna non basta conoscere gli ingredienti per diventare un grande cuoco.
Yves ha chiamato il colore IKB, International Klein Blu, il solito sbruffone. Detto questo, l’effetto era fantastico e la formula andava tutelata depositando il brevetto. Mi sarebbe piaciuto essere menzionato come co-inventore: senza di me, Yves non ci sarebbe arrivato. Ma lui era come tutti gli altri artisti: vengono da me in cerca di idee o di suggerimenti, poi mi dimenticano in un batter d’occhio. In questo caso però, con IKB, il prodotto era quasi il lavoro stesso, bastava spalmarlo. Ma non avevo avuto io l’idea, e ora vale milioni! »


Queste sono le parole di Édouard Adam, che nel libro Blu K. edito da Teodoro Gilbert, racconta la nascita di un colore e l'ascesa di un artista nel panorama artistico internazionale. Quell'artista si chiamava Yves Klein e correva l'anno 1957 quando ancora agli albori della sua breve ma folgorante carriera artistica già cercava di creare qualcosa di unico, un blu ipnotico, raffinato, luminoso. Tutto  il resto non contava. Ci riuscì e gli diede il nome di International Klein Blue, che venne registrato e brevettato all'Institut national de la propriété industrielle di Parigi.
Tuttavia la storia dell'IKB non inizia nella serconda metà del '900 ma molto prima con la ricerca sulla sinterizzazione di pigmenti blu oltremare, da cui prenderà poi spunto questo colore. I primi tentativi di realizzazione di questa tonalità hanno origini antichissime, risalenti addirittura al VI e VII secolo AD quando per ricreare il colore venivano usate pietre di lapis lazuli frantumate finemente, una pratica che è ancora stata riscontrata in periodi e luoghi differenti.
Tuttavia il primo pigmento sintetico venne riprodotto solo nel 1826 ad opera di Jean Baptiste Guimet e Christian Gmelin, chimici dell'epoca, per mezzo di un processo che impiegava l'uso di caolino privo di ferro e con eguale misura di SiO2 (diossido di silicio) e Al2O3 (allumina), poi Na2SO4  (solfato di sodio), Na2CO3 (carbonato di sodio), polvere di zolfo e di carbone. La mistura risultante, così composta, veniva portata a 700, 750 gradi celsius di temperatura in una fornace, in modo da ridurre tuti gli elementi in un composto giallo e verde, che veniva poi riscaldato nuovamente a 400, 450 gradi in moda da farlo reagire con dell'ossido di zolfo, che gli conferisce la tonalità finale.
L'IKB, nello specifico, venne prodotto a partire dal blu oltremare 1311, di cui conserva i pigmenti che vengono sospesi per mezzo di una resina chiamata Rhodopas M60A, alcol a 95 gradi e CH3COOC2H5 (acetato di etile).


Pietra di lapis lazuli
Pigmento blu oltremare
 



















lunedì 7 novembre 2016

Step 13 - Un fumetto... a Colori




Scrittore: Leo Dorfman
Disegnatori: Curt Swan, George Klein, Mort Weisinger
Artista della copertina: Kurt Schaffenberger
Edizione: Superman Vol 1 #162
Data: Luglio 1963
Tiratura: Mensile


giovedì 3 novembre 2016

Step 12 - Il blu in cucina: bello, buono e salutare. Ecco a voi i mirtilli


 

Il Vaccinium Myrtillus, noto con il nome comune di Mirtillo, è una pianta appartenente alla famiglia delle Erinacee, famoso per i suoi frutti blu dal sapore dolce e a tratti acidulo, largamente usati in cucina e come integratore alimentare per i molteplici poteri benefici sull'organismo.

RICONOSCIMENTO
Si presenta come una pianta a piccolo arbusto legnoso da cui si dipartono fusti eretti ramificati con foglie ovate, alterne, dotate di breve picciolo e margine finemente dentato. In primavera, alla comparsa delle foglie, fiorisce con fiori penduli di colore verdastro con sfumature di rosa.
Il frutto è una bacca tondeggiante, carnosa e di colore nero-violastro ricoperta di una patina blu opaco. Si trova per lo più in boschi montani e subalpini.

PROPRIETA'
Il frutto è particolarmente ricco di vitamine A e C, acidi organici, tannino e sali minerali, è astringente, disinfettante e antinfiammatorio.

IMPIEGO
Il frutto fresco, così come il succo e l'infuso possono essere impiegati per alleviare sintomatologie circolatorie come la debolezza capillare (per cui è molto indicato), e problemi cardiovascolari.
Inoltre è molto usato per curare l'affaticamento degli occhi e disturbi legati al diabete.
In ambito cosmetico il decotto è indicato per la cura della pelle e la pulizia del viso, per contrastare la crescita di punti neri e pori dilatati.
In cucina il mirtillo è molto usato sia per il consumo fresco che per l'impiego in ricette di dolci, conserve e liquori.